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Main Street

Il posto migliore dove nascondersi è sotto gli occhi di tutti. Posto che finora è rimasto vuoto. C'era soltanto una traccia sommaria lasciata per chi cercasse informazioni su di me; sulle cose che ho prodotto (quelle acquistabili, non le altre). Nascondersi sotto gli occhi di tutti: in mezzo alla folla, per le strade, dove sei uno dei tanti e nessuno bada a te. Se te ne stai in disparte invece si nota, come sa bene Nanni.

In passato ho tenuto per qualche anno un blog in cui, in forma anonima, dicevo la mia su scritture, musiche, commercials, immagini, fenomenologia degli scambi di denaro. Si chiamava Tropico fantasma. Anticipava, e avrebbe dovuto accompagnare, ciò che poi sarebbe stato Darwiniana. È stato divertente, soprattutto per via dell’anonimato, perché non ero obbligato a rendere conto a nessuno, a differenza di quanto capita per lavoro. Una cosa un po' furba, e probabilmente giudicata un po' vigliacca.

Ciò che rimane di quell’esperienza è questa roba qui: una foto. Possibile che alla fine di ciò che facciamo resti così poco?



Vorrei ripartire da lì – che ora è qui, proprio sopra a ciò che sto scrivendo – e scavallare il muretto che in piena notte sbarrava la strada. All'epoca non è stata una sorpresa: sapevo che lo avrei trovato. La notte era la mia, una delle tante che negli anni mi hanno portato davanti a un muretto o nel bel mezzo del nulla senza più punti di riferimento.

Resta il disagio per un’immagine che la dice più lunga di quanto credevo. Pensavo di cavarmela con una suggestione, e invece mi sono ritrovato intrappolato in una gabbia coi significati che da quella sono scaturiti; il fiato corto, quasi timido, dei fari puntati, in soggezione davanti allo sbarramento. E l’oltre, dove alcune, incomprensibili luci si indovinano nel buio ma paiono irraggiungibili. Rimane la desolazione dell’inquadratura, quando si avrebbe bisogno non tanto di spaziare in lungo e in largo ma di trovare una strada.

Ora scavalcare il muretto non vuol dire risolvere l’interruzione della via maestra e riprendere un percorso finalizzato a una meta. Vuol dire piuttosto accettare senza più paura ciò che quel muretto nasconde o argina. Un dirupo scorticante, il buio, l’irrilevanza, forse un fiume tormentato che trascina altrove.


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